PREFAZIONE alla III edizione de “IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE” di A. Schopenhauer

Versione italiana a cura di Ciro A. R. Abilitato

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IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE

TRATTATO FILOSOFICO

Artur Schopenhauer

PREFAZIONE DELL’AUTORE ALLA TERZA EDIZIONE

Più facilmente verità ed originalità troverebbero spazio nel mondo se, oltretutto, coloro che non sono capaci di produrle, costantemente e di comune intesa non cospirassero al fine di non farle emergere. Codesta situazione non è affatto nuova e, in diversi periodi storici, ha già osteggiato e trattenuto, quando addirittura non le ha soffocate, molte idee che erano favorevoli al progresso e che sin da subito sarebbero state di grande beneficio per l’umanità intera. Per quel che al presente riguarda me, la conseguenza del ripetersi di una simile situazione mi ha costretto, benché avessi appena trent’anni quando apparve la prima edizione di quest’opera, a vederne la presente terza ristampa non prima del mio settantesimo genetliaco. Di ciò trovo nondimeno conforto nelle parole del Petrarca: Si quis, tota die currens, pervenit ad vesperam, satis est (De vera sapientia, pag. 140)[1]. Io pure sono dunque giunto alla fine, ed ho ora la soddisfazione, al termine delle mie fatiche, di potermi volgere a guardare quello che fu il principio della mia attività, fiducioso altresì che i suoi frutti, stando a quanto recita un antico adagio, tanto più a lungo possano durare, quanto più lungamente si è dovuto attendere il tempo del loro tadivo germoglio. Nella presente terza edizione, di nulla il lettore verrà privato di quanto non sia già contenuto nella seconda, ma verrà altresì a ricevere considerevolmente di più, in quanto il volume, per le aggiunte apportatevi, è stato accresciuto, a parità di stampa, di 136 pagine rispetto all’edizione che l’ha preceduto.

Sette anni dopo l’uscita della seconda edizione, pubblicai i due volumi dei Parerga[2] e Paralipomena[3], titolo questo col quale viene indicata la materia in essi trattata, che si configura come una vera e propria appendice della mia opera principale e come una integrazione supplementare all’esposizione sistematica della mia filosofia. Quest’ultima parte (che è appunto l’oggetto dei paralipomeni) avrebbe potuto sicuramente trovare la sua naturale collocazione nei presenti volumi, ma a quel tempo mi vidi costretto a sistemarla dove meglio mi si presentava possibile, dal momento che non potevo avere nessuna certezza di arrivare a vedere questa terza edizione. Di conseguenza, essa verrà ritrovata nel secondo volume dei suddetti Parerga, dove facilmente la si potrà riconoscere dalle intestazioni dei capitoli.

Francoforte sul Meno, settembre 1859


[1] «Se uno che per tutto il giorno ha corso giunge alla sera, ciò può di per sé già bastare».

[2] parèrgo – pl. -èrghi, s.m. [dal gr. parergon, comp. di para “vicino, presso” e ergon “lavoro, opera”, da cui “lavoro accessorio, opera aggiuntiva, appendice”] − appendice di opera letteraria. Quando il termine è impiegato come titolo di un’opera si usa in genere il plurale parerghi o quello della dizione greca, parerga, che è proprio del linguaggio di registro elevato, ma talvolta è usato anche al singolare, es.: «Se ne fa eziandio menzione nel ‘Parergo delle notizie Antiche’ p. 24 e 40» (Domenico Sestini, Lettere e Dissertazioni numismatiche); Sin. appendice, appendici. In architettura lo stesso termine è usato per indicare un’aggiunta, un abbellimento, un ornamento accessorio, mentre in mumismatica si indica con questo nome un ornamento intorno alla figura o all’iscrizione di monete e medaglie.

[3] paralipòmeni – s.m. pl. [dal gr. paraleipomena, cose lasciate da parte, cose tralasciate] – opera letteraria che si pone a continuazione e a completamento di un’altra precedente. Sin. supplementi.

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